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Infortuni: le cause emozionali

Avete mai pensato che dietro a un infortunio potrebbe esserci una causa emozionale?

Non è poi così difficile da intuire quando ci ricordiamo che corpo fisico, mente e spirito sono un tutt’uno e che si influenzano vicendevolmente.

Invece spesso, soprattutto noi sportivi, siamo portati a considerare l’infortunio prima di tutto una sfortuna e poi qualcosa da curare velocemente.

Mettiamo a tacere il corpo, o meglio, facciamo finta di non sentire, e cediamo agli inganni della mente che ci dice che quell’allenamento o quella gara non si possono saltare per nessuna ragione al mondo, diventando arroganti e presuntuosi, oltre che lamentosi.

Ma ogni sintomo è un segnale che il nostro corpo ci manda per dirci che c’è qualcosa che non va.

Anche ciò che sembra un ‘accidente’, come una caduta o una distorsione ad esempio, che apparentemente sembrano capitarci per un’imperscrutabile volontà divina, quella che chiamiamo sfiga insomma.

Ed è importante prestare attenzione ai segnali che il corpo ci manda invece di sopprimerli, come ci hanno abituati a fare!

In medicina Tradizionale cinese si parla di cinque emozioni, ciascuna delle quali è associata ad uno dei cinque Organi:

la rabbia al Fegato

la gioia eccessiva al Cuore

i pensieri ossessivi a Milza-Pancreas

la tristezza ai Polmoni

la paura ai Reni

 

Queste emozioni, quando sono molto violente ma soprattutto protratte a lungo nel tempo, possono essere causa di malattia.

Personalmente negli ultimi 3 anni, chi mi segue da tempo lo sa, ho avuto un calo di forma.

Ho messo due o tre chiletti (che in percentuale rispetto al mio peso non è pochissimo) e il mio rapporto con la corsa si è incrinato.

Ho avuto svariati tipi di problemi fisici che mi hanno costretta a diversi periodi di stop: dolori al bicipite femorale, tendiniti, spina calcaneare, infiammazione all’anca.

Ogni volta, svanito il sintomo, ho ripreso ad allenarmi riuscendo sempre a ritrovare il ritmo velocemente finchè a un certo punto non sopraggiungeva un nuovo problema che mi costringeva di nuovo a fermarmi o a rallentare.

Eppure la mia alimentazione non è cambiata, mi faccio seguire da un coach esperto e recupero sempre senza troppi problemi.

Se ci alleniamo bene e ci alimentiamo bene, ma siamo spesso soggetti ad infortuni o vittime di dolori di varia natura che ci costringono a fermarci o a rallentare, allora forse le cause sono da cercare in qualche squilibrio emozionale che si ripercuote sui nostri organi.

Io personalmente ho cominciato a mettere in fila tutto quello che veramente è cambiato negli ultimi 3 anni: 2 traslochi, una crisi sentimentale, breve ma intensa, carico di lavoro raddoppiato, corsi da tenere e corsi da seguire nei week end, tanto studio ed esami da preparare.

Questa situazione ha generato un accumulo di stress, rabbia, a volte sconforto e tristezza, che hanno agito negativamente sui miei organi, con conseguenze emozionali e fisiche.

Rendendomi innanzitutto rigida, legnosa e dunque predisposta agli infortuni.

Ma come avviene tutto questo?

L’eccesso di attività emotiva provoca un grave squilibrio delle energie yin e yang che governano gli organi che si traduce in uno squilibrio del flusso del sangue, in un blocco dell’energia vitale (il qi) e in un blocco dei meridiani energetici.

Un eccesso di rabbia, ma anche di stress, può far ammalare il fegato e, viceversa, un fegato in squilibrio si può manifestare attraverso questa emozione, da cui diventa difficile liberarsi.

Al giorno d’oggi siamo tutti sottoposti a forte stress e la collera è un’emozione molto diffusa: le persone sembrano tutte irascibili, litigiose, impazienti, arrabbiate. Basti pensare agli automobilisti o a chi viaggia sui mezzi pubblici la mattina… ci si accende immediatamente per un nonnulla.

Certamente anche l’alimentazione comune, ricca di eccessi e di prodotti animali, contribuisce a nutrire questi umori.

Ma torniamo alle emozioni.

La funzionalità del fegato è particolarmente importante per noi runners perché è legata a quella di tendini, legamenti e muscoli e viceversa.

Ma attenzione: anche l’attività fisica eccessiva o molto intensa affatica il fegato.

Se dunque, in una situazione di particolare stress sia fisico che emotivo, ci mettiamo anche il carico di super allenamenti, la situazione per il nostro fegato può diventare faticosa.

Quando l’energia del fegato (l’energia legno) si blocca innanzitutto diventeremo rigidi, legnosi (proprio come un albero!) e maggiormente predisposti agli infortuni e alle infiammazioni.

Dolori, irrigidimenti, tendiniti, problemi articolari e muscolari sono tutti problemi riconducibili ad uno squilibrio dell’energia del Fegato.

Gonfiori alle caviglie e dolori alle ginocchia, debolezza, sono un segnale che l’energia acqua dei reni è bloccata.

La rabbia e lo stress, oltre ad aggredire il fegato, danneggiano i reni, dove risiede la nostra energia vitale: perciò saremo più deboli e ‘scarichi’ e predisposti ai malanni – soprattutto in inverno e soprattutto se siamo donne.

Se la forza nelle gambe è scarsa, vuol dire che il meridiano dei reni è scarico e che la nostra energia non circola come dovrebbe.

Inoltre a uno squilibrio dei reni corrispondono pessimismo e scarsa voglia di fare e dunque sarà più difficile essere costanti negli allenamenti e mantenersi motivati verso i propri obiettivi.

Ma c’è di più.

Mi alleno, mangio benissimo e non dimagrisco. Anzi, ingrasso.

Come è possibile?

L’eccesso di yang dovuto allo stress o al troppo sport, oltre che naturalmente alla cattiva alimentazione, agisce negativamente anche sul pancreas.

Lo so che molti di voi nemmeno sanno di averlo il pancreas… invece farete bene ad imparare a conoscerlo perché da lui dipendono pensiero ossessivo, rimuginamenti, ansia, voglia di dolce, fame nervosa in generale, che renderanno difficile mangiare con ordine e mantenere il peso in equilibrio.

Anche in questo caso si tratta di uno squilibrio che si verifica maggiormente nelle donne, più influenzate dall’energia Terra che governa quest’organo.

In sostanza, in una situazione di estremo stress è praticamente impossibile dimagrire.

Anche la scienza ci sostiene da questo punto di vista.

Lo stress psicofisico, ma anche quello fisico provocato da troppo sport ad esempio, può produrre un eccesso di cortisolo, un ormone chiamato anche ormone dello stress.

Se i livelli di questo ormone si alzano troppo andremo incontro ad una serie di problemi come debolezza, stanchezza cronica, riduzione delle difese immunitarie, aumento di peso.

E ancora.

La tristezza che può derivare dai nostri cali di forma o problemi fisici è in realtà legata alla difficoltà nel lasciar andare: rimanere legati al passato, senza essere capaci di vivere serenamente il presente.

Una volta correvo più veloce, ero più magra, più felice, soddisfatta e via di seguito 😉

La tristezza è l’emozione che aggredisce il polmone, l’organo dell’energia metallo dell’autunno.

Quando questa energia è in equilibrio ci aiuta a conservare ciò che veramente ci serve e a lasciar andare ciò che non ci serve, proprio come fanno gli alberi con le foglie secche.

L’eccesso di tristezza blocca l’energia metallo, ci mantiene ancorati al passato e intasa le vie respiratorie.

Fiatone, tosse, raffreddori, bronchiti, sono problemi legati all’energia metallo del polmone.

Insomma, un circolo vizioso di emozioni estreme che passano da un organo all’altro.

Messa così può sembrare uno scenario apocalittico! Ma ci caschiamo più facilmente di quanto si creda.

In realtà la situazione non è poi così tragica. Bisogna semplicemente acquisire consapevolezza e lasciare andare dove serve.

Stabilire delle priorità e accettare che non possiamo sempre fare tutto e controllare tutto.

Magari il pb è meglio rimandarlo alla primavera e nel frattempo possiamo imparare a godere delle corsette senza pretese nell’aria frizzantina dell’inverno, che gioveranno sia al fisico che all’umore.

O magari, se per noi è più importante, concentriamoci sulla nostra tabella, ma senza stress e rinunciando a qualcos’altro.

Nel frattempo, amici runners, se vi siete infortunati, qualunque sia l’entità del problema e la sua causa apparente, evitate di accelerare il recupero sopprimendo il dolore che vi costringe a fermarvi o anche solo a rallentare.

Mettetevi in ascolto piuttosto, cercate di individuare le vere cause e agite su quelle, altrimenti, curato un sintomo, presto se ne presenterà uno nuovo di zecca.

 

 

 

 

 

 

 

 

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