La crisi è la miglior benedizione

L’altra sera ho fatto una lunga chiacchierata con la mia blogger preferita.

Da sempre, prima che me ne inventassi uno pure io di blog.

Sto parlando di Carlotta, autrice del blog RunningCharlotte. E indovinate di cosa abbiamo parlato? di corsa, ovviamente.

Lei è forte, determinata, competitiva, veloce. Correre le piace e brucia di passione.

Con lei si parla (anche) di allenamenti, di ritmi, di tempi, di tutte quelle cose che piacciono a me. Perchè a me della corsa piace tanto anche questo.

Molti dicono che correre li annoia. Li capisco, perchè lo ammetto: la corsetta con il nasu all’insù è bella e rigenerante ogni tanto, ma a lungo andare annoia anche me.

A me piace fare fatica. Mi piacciono le ripetute, le tabelle, l’incognita di farcela o no, l’adrenalina che circola. E sono competitiva. Non importa se non vinco nulla. Devo sempre avere un obiettivo da raggiungere, un limite da superare. Non ci posso fare nulla.

Nonostante io cerchi in tutti i modi di coltivare e di far uscire il monaco zen nascosto in ognuno di noi – quindi ce ne sarà uno anche dentro di me – questa parte del mio carattere prevale sempre. Tanto vale accettarla.

E ieri sera chiacchierando di tempi e di gare davanti al mio famoso tofu strapazzato (!) e a una bottiglia di vino, ho ripensato a quando, uno dopo l’altro nel giro di 4 mesi, ho conquistato i miei tempi migliori, sulla mezza e sulla maratona, nell’autunno del 2015.

Quell’autunno ero secca secca e tanto tanto arrabbiata. E in profonda crisi.

La crisi è la miglior benedizione.

Si intitola così un articolo di Albert Einstein del 1955.

“La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorgono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato”

Come a volte accade, se sappiamo accogliere quello che la vita ci offre, dalla crisi possiamo trarre nuova forza e creatività.

Ed è quello che ho fatto io.

Al punto che, da un giorno all’altro è nato questo blog, che era lì, nella mia testa e nei miei appunti da anni.

E con la mia rabbia ho nutrito l’energia che ha dato benzina alle mie gambe e motivazione alla mia testa per conquistare i miei personali su tutte le distanze.

Aperto il blog ad ottobre, a gennaio mi sono iscritta al corso per Terapista Alimentare de La Sana Gola di Milano, dopo due anni di rimuginamenti vari e indecisioni.

Nel frattempo moltissime cose sono cambiate. E sono cambiata io.

Oggi, a due mesi dalla ripresa degli allenamenti dopo un infortunio, so di non essere più veloce come allora, e di certo non più così secca, ma per fortuna nemmeno così arrabbiata.

Anche se un po’ di quella rabbia è ancora lì, fa parte di me, che come dico sempre sono una donna “fegato“.

Ma se è vero che la mia crisi io la benedico, come benedico tutti gli avvenimenti della mia vita, alla rabbia cerco di non offrire nutrimento.

Ho imparato a farlo anche attraverso il cibo, che è diventato uno strumento importante per nutrire anche le mie emozioni.

Nel frattempo le mie gambe ricominciano a girare e tra una settimana ho una gara.

Correrò i 21 km della Sojasun Verdi Marathon.

Ho detto che l’avrei affrontata senza pensare al crono. Tipica bugia da runner.

Una delle tante che racconti agli altri – anche se in assoluta buona fede – e che racconti soprattutto a te stesso.

Un obiettivo cronometrico, seppur modesto, me lo sono dato. Mi serve a spingere, a dare il meglio che posso.

Perchè non importa qual è il tuo passo, una volta che hai attaccato le spillette alla maglietta il demone sale e sai che devi dare tutto quello che hai.

E la corsa è una meravigliosa occasione per dare proprio tutto, senza risparmiarsi,  e magari alla fine scoprire un te stesso migliore di quello che pensavi.

Poi la medaglia è un dettaglio 😉

Il mio tofu strapazzato è favoloso anche con il tofu alle erbe di Sojasun!