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Salomon Running Milano: l’ultima gara d’estate

Ieri era l’ultima domenica d’estate e l’ho passata facendo la cosa che mi piace di più: correre.

Una gara speciale per una domenica speciale: la Salomon Running Milano. La distanza Top, 25 km di salite e discese e 20 piani di un grattacielo da scalare in su e in giù.

“Il trail imbruttito”, come lo chiamo io, quello che passa da Piazza Gae Aulenti e Corso Sempione.

Quello che l’anno scorso (quando appunto si chiamava ancora Salomon City Trail) mi aveva addirittura regalato un podio! Decima donna assoluta e terza di categoria: una soddisfazione che mi aveva dato la spinta finale per aprire il mio blog, che era lì, nella mia testa e nei miei appunti da anni.

Su quel podio mi sono convinta che essere vegani e sportivi si può.

E non parlo dei vegani famosi: i risultati  delle loro perfomance dimostrano come di certo non siano svantaggiati dalla loro scelta.  Ma lì c’è del talento e una dedizione che va oltre anche alle scelte alimentari.

Io pensavo a noi, gli amatori, quelli che devono incastrare gli allenamenti tra ufficio, spesa, figli e aperitivi. Che non siamo seguiti ogni momento da preparatori, massaggiatori e nutrizionisti.

A cominciare da me, che sono piccola e minuta, mangio poco e per di più senza proteine animali!

Da quel giorno sono passati 1 anno e mille mila (quasi) chilometri: tante cose sono cambiate da allora.

Io sono cambiata. Sono un’altra.

Il mio amico Fabrizio, che ho visto l’ultima volta proprio lì, nel 2015, non c’è più.

Esiste Run Veg, un’idea che mi è esplosa tra le mani e che cresce tanto rapidamente da fare fatica a stargli dietro.

Quello che non è cambiato è che la Salomon rimane il mio trail ideale. 😉

Tante le novità di quest’anno.

La più importante per me è che solo un anno fa in questa gara prendevo la mia decisione e l’anno successivo eccomi chiamata a partecipare in qualità di ‘blogger’: una vera emozione e una grande conferma per il mio progetto.

Quanto alla gara: la principale era sempre la TOP da 25km, poi c’era la distanza intermedia della FAST da 15km ed infine la Smart da 9km, grande novità di questa edizione, non competitiva e quindi aperta a tutti senza alcun vincolo di tesseramenti e certificati medici.

Distribuiti sulle 3 distanze si sono presentati alla partenza 3.600 iscritti! Un vero record!

Io quest’anno alla gara ci sono arrivata stanca e un po’ sovraccarica.

L’anno scorso la Salomon era stata la mia prima gara dopo un infortunio, non grave, che però mi aveva costretta a fermarmi (e quando dico fermarmi, intendo ferma proprio) per 3 mesi: marzo, aprile e maggio.

Poi da giugno avevo ripreso a correre gradualmente, ma davvero poco e piano.

Alla gara ci sono arrivata allenata, ma soprattutto riposata!

Questa volta no.

Quanto ha ragione il buon Silvio Omodeo (ideatore del percorso) quando dice: il miglior allenamento è il recupero! (soprattutto passati i 40 anni come nel mio caso).

Messaggio ricevuto. Ma un po’ tardi forse.

Questa volta venivo da un’estate fatta praticamente solo di collinari. Ho passato quasi tutto il mese di agosto al lago e lì, dove vai vai, è tutto un sali e scendi. Poi, per mettere chilometri nelle gambe un paio di settimane fa, ho corso una mezza che doveva essere un lungo lento, e invece… una volta indossato il pettorale, niente, sono partita come una pazza e ne sono uscita distrutta dal caldo e dalla fatica.

Almeno l’ultima settimana mi sono riposata, ma veramente. E scoprirete alla fine di questo racconto che anche così, in corner, il riposo comunque paga.

Pochissimi chilometri corsi col naso all’insù in settimana, giusto per sgranchire le gambe, e il sabato tutto al servizio della gara con tanto divano e una buona alimentazione.

Per la cronaca ecco tutto quello che ho mangiato dalla giornata pregara alla gara:

COLAZIONE: porridge di avena con frutta secca e uvette, dolcificato con malto di riso

PRANZO: riso e lenticchie e coste saltate in padella con pomodori secchi

CENA: riso e lenticchie saltato con carote e noci

COLAZIONE PREGARA: solito porridge + 1 cucchiaino di proteine della soia

Durante la corsa ho preso un gel On Energy al 13esimo km.

La mattina della domenica mi sono svegliata con il rumore della pioggia.

Niente, nonostante tutte le mie applicazioni meteo avessero giurato e spergiurato che non avrebbe piovuto più, di acqua ne veniva giù davvero tanta. Ma c’era anche il sole e pare un meraviglioso arcobaleno che tutti hanno fotografato tranne me, che non l’ho nemmeno visto.

L’importante è che al momento giusto ha davvero smesso piovere, ho potuto recarmi all’Arena in bici come avevo programmato e la gara si è corsa con un clima quasi perfetto.

Il percorso, cambiato rispetto all’anno scorso, più impegnativo ma sempre bello, divertente, diverso dal solito e che permette di conoscere una Milano nuova, singolare, green ed inesplorata: la ‘montagnetta’ di San Siro, il Portello, il campo da golf al City Life, il fossato del castello.

E poi la scalata di 20 piani dell’Allianz Tower: 1126 gradini per 87 mt di dislivello.

La salita che fa della Salomon una gara speciale.

L’anno scorso ero talmente spaventata dalle scale che al ritorno da ogni allenamento salivo e scendevo per 3 volte tutti gli 8 piani di casa mia. Da allora i miei vicini di casa non  mi hanno più guardata con gli stessi occhi…

Ma allenamento che vince non si cambia: perciò quest’anno ho ripetuto la scalata del mio palazzo.

Peccato che avessi appena cambiato casa… così nei prossimi mesi dovrò convincere i miei vicini ancora sconosciuti che in fondo non sono una pazza.

Scherzi a parte la Salomon secondo me si inserisce molto bene nel calendario delle gare autunnali come una buona prova preparatoria con una distanza medio lunga decisamente allenante.

Io alla fine l’ho corsa bene. Sarà che mi piace. Sarà che ogni tanto riusciamo a tirar fuori dal cappello delle risorse inaspettate. Non lo so. Per me ancora un terzo posto di categoria (benedetti questi tanto temuti 40 anni!)

E complimenti agli organizzatori che si sono inventati questa gara così speciale e ben organizzata: birra gratis per i finisher, come nei veri trail, e docce calde. Cosa chiedere di più?

E una menzione speciale agli automobilisti milanesi, che non si sono smentiti e hanno accompagnato i nostri passi con gran rumore di clacson. Ma il milanese è imbruttito, si sa, e ha sempre da fare, pure di domenica e in fondo è il suo bello 😉

PS chiedo scusa agli amici che ho stressato dicendo che ero fuori forma e poi ho fatto come quegli odiosi che dicono che non sanno niente e all’esame prendono 30… ma stavolta le gambe hanno stupito anche me!

PPS verso fine gara siamo passati lungo il perimetro del Castello Sforzesco e proprio di fronte a uno scorcio stupendo ho visto 2 ragazze che si baciavano su una panchina.

E ho pensato che ero felice e che la mia Milano è davvero bella.

salomon-primo-piano

Come ero veramente all’arrivo: sporca, distrutta, coi capelli orizzontali, ma felice. E come si fa a non essere felici con una birra in una mano e una medaglia nell’altra?

pettorale-2016pranzo-e-cena-pre-garaPranzo e cena pre gara

cena-post-garaLa mia cena post gara: tante proteine con tofu strapazzato con carote e zucchine, zucca saltata in padella, birra e focaccine, che ogni tanto bisogna anche sapersi premiare.

allenamento-autogestito-1 allenamento-autogestito-2 scale-di-casa-2016 scale-allenamento conferenza-stampa scale-2015

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