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Sojasun Verdi Marathon: la passione vince sempre

Cosa spinge quasi duemila persone a mettersi sulla linea di partenza di una gara anche se nevica, tira un vento assurdo e la temperatura è sotto lo zero?

La passione.

La stessa passione che ci fa uscire a correre anche quando fuori c’è il diluvio, che ci fa mettere la sveglia alle 5 anche in inverno o la domenica mattina.

La passione che ci rende folli, a volte incoscienti, che rende straordinarie, per qualche ora, le nostre vite ordinarie.

Così ieri, un esercito di folli appassionati ha scelto di correre, invece di rinunciare, invece di rimanere sotto le coperte. Ha scelto di sfidare Burian e ha vinto.

Per il week end della Sojasun Verdi Marathon l’allarme meteo era altissimo: temperature in picchiata, pioggia, freddo e neve, venti forti!

Io ho almeno 3 app diverse di siti meteo scaricate sul mio smart phone e non faccio mai nulla senza prima aver guardato tutte le previsioni e aver fatto gli opportuni confronti. Figuriamoci quando sono iscritta a qualche gara. Comincio a fare controlli incrociati un mese prima.

Ma stavolta non c’era scampo. Erano tutti d’accordo.

Per domenica era annunciato l’arrivo di  Burian, il vento siberiano che avrebbe portato maltempo, gelo e neve.

Apro una parentesi: a febbraio siamo in pieno inverno e se in pieno inverno ti iscrivi a una gara che si corre in mezzo alla pianura padana quello che ti devi aspettare è il freddo. Sempre e comunque. L’anno scorso a Salsomaggiore il cielo era terso e splendeva il sole, ma faceva freddo, tanto freddo. Per dire.

Detto questo, le condizioni meterologiche in cui si è corso domenica erano davvero eccezionali.

Insomma, decido di ricominciare con le gare dopo 7 mesi e arriva la fine del mondo…!

La gara che ho scelto per testare a che punto è la mia ripresa dopo lo stop forzato è la SojaSun Verdi Marathon.

Sono stata invitata a partecipare dal main sponsor Sojasun. Un invito arrivato al momento giusto e che ho accettato davvero con gioia perchè amo i prodotti Sojasun, soprattutto gli yogurt e i burger vegetali, e perchè amo questa gara, che infatti avevo già corso 2 volte sulla distanza dei 30 km.

Questa volta invece mi sono iscritta alla Mezza di Fontanellato, che 21 km mi sembravano già sufficienti.

Anche se avevo detto che avrei affrontato la gara senza pensare a crono e tempi, man mano che si avvicinava la data mi sentivo sempre più in forma e carica come una molla.

Sapete quella sensazione di quando esci a correre e ti viene facile, devi trattenere le gambe, ti senti leggera?

E quando venerdì sono uscita felice sotto il diluvio alle 7 del mattino (vedi sopra!) ho capito che stavo bene, davvero bene!

E un obiettivo cronometrico, seppur modesto, alla fine me lo sono dato. Che poi è quello che ti serve a spingere, a dare il meglio che puoi.

Sono arrivata a Salsomaggiore la sera prima. Le condizioni erano tutte ottimali. Niente neve, albergo vicinissimo alla partenza, pettorali già ritirati, pacco gara con la maglia della taglia giusta e brick con bevanda di soia al cioccolato e vaniglia, finalmente una sacca per consegnare il proprio cambio di dimensioni assolutamente adeguate, cosa che raramente accade. Un’accoglienza perfetta. Sorrisi, cortesia e cordialità ovunque.

La mattina dopo mi sono alzata con mezz’ora di ritardo sulla sveglia che avevo puntato, che uscire da quel letto comodo e caldo non è stato affatto facile, e mi sentivo più in vacanza che in trasferta per una gara…

Una vota in piedi, niente. Le previsioni si erano puntualmente avverate e su Salsomaggiore scendevano lenti, silenziosi e copiosi i fiocchi di neve tanto annunciati e tanto temuti.

E allora il dilemma: come vestirsi?

I veri campioni, quelli forti, li riconosci dall’abbigliamento: più un runner è svestito e più è probabile che corra veloce!

Beh, io domenica mattina ho indossato tutti i vestiti che avevo!

Intima a maniche lunga, felpa, smanicato antipioggia. Guanti doppio strato, cappellino con visiera e fascia per le orecchie! E naturalmente sacco della spazzatura che ho tolto solo al terzo chilometro!!!

E così abbigliata “da top runner” ho corso la mia gara.

Il percorso della Sojasun Verdi Marathon si corre quasi tutto in spazi aperti, in mezzo alla campagna.

E il vero nemico non è stata la neve, anche se i fiocchi ghiacciati picchiavano in faccia come spilli, ma il vento.

Un vento gelido che ti spostava, così forte da togliere il respiro e contrario al nostro senso di marcia. Al sesto chilometro ho quasi pensato che forse ero morta, ma per mia fortuna finita in un paradiso tutto bianco dove nell’aria risuonava il Va’ pensiero di Verdi.

Nei pochi tratti in mezzo ai paesi il fondo era meno veloce ma almeno le case ci offrivano un po’ di riparo.

Verso la metà della gara sentivo le mani che si addormentavano per il freddo, volevo prendere un gel ma le dita non avevano abbastanza forza e mobilità per aprire la cerniera della maglia.

Pensavo ai miei compagni e al mio fidanzato sulla 30 km ed ero preoccupata per loro. Mi chiedevo se non fosse meglio fermarsi. Ma sentivo le gambe girare nonostante il muro di vento che mi si parava contro, ho mantenuto salda la mia motivazione e ho continuato, fino alla fine.

L’ultimo chilometro, in leggera discesa e senza vento, l’ho corso con un’ansia di arrivare che non avevo mai provato in gara.

Ho fermato il garmin 30 secondi sotto al tempo che mi ero immaginata, soddisfatta e orgogliosa di me, sapendo che in queste condizioni i crono sono stati inevitabilmente peggiori rispetto alle potenzialità di ognuno.

Anche se poi la sera ho scoperto che il mio tempo è bastato per piazzarmi terza di categoria.

Questa della Sojasun Verdi Marathon è una delle medaglie più dure che abbia conquistato.

In gare come questa non importa se siamo andati lenti o veloci, conta solo che abbiamo avuto il coraggio di partire e la forza di arrivare fino in fondo.

Non siamo eroi, abbiamo solo fatto una corsa, ma dopo domeniche come questa i problemi del lunedì mattina sembrano meno angoscianti e quando il solito collega vi chiederà: come è andata, hai vinto?! Voi rispondete sì! Che domenica abbiamo vinto tutti! 

Grazie Sojasun Italia per avermi invitata e grazie agli Urban Runners , la mia nuova società – Valentina, Gianluca, Cix, Anna, Tessa, Giorgia, Federica, Yuri e tutti gli altri – per avermi accolta e per avermi portata fino a qui. Da sola non ce l’avrei mai fatta. 

E non dimentichiamo che il meteo sfavorevole non mette a dura prova solo gli atleti, ma anche gli organizzatori, e tutti i volontari, che hanno gestito maltempo, ben 4 arrivi diversi e tutto un movimento di bus che riportano i partecipanti dall’arrivo alla partenza in modo impeccabile.

Io personalmente ho recuperato la borsa in un minuto, ho trovato spogliatoi comodi e docce calde e panini con burger di soia cucinati al momento all’arrivo (e c’era anche lo gnocco fritto!).

Cosa volere di più?!

Domenica siamo stati davvero bravi tutti.

Ci rivediamo l’anno prossimo!

Michela

La mia pasta pregara: penne di farro, lenticchie e quinoa di CMP Sport, con cavolo nero e zucca.

Fior di Tofu di Sojasun

 

 

 

 

 

 

 

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