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UN FILO DI TRUCCO, UN FILO DI TACCO

Lo diceva la mia nonna Lalla. E anche Ornella Vanoni.

Che una donna non dovrebbe mai uscire di casa senza un filo di trucco e un filo di tacco.

Sul trucco ci sono, un tocco di fard e di mascara non me lo nego mai, cascasse il mondo.

Sul tacco dovrei impegnarmi di più, che poi sarebbe davvero una buona abitudine indossarlo sempre visto che sono alta (o bassa, come vi pare) come la puffetta.

E una runner?!

Al tacco in gara si deve proprio rinunciare, salvo indossare i tacchetti delle scarpette da cross 😉

Ma al trucco?! Ovviamente no.

Purtroppo quando ho cominciato a correre la mia risposta è stata rovinosamente si.

Siamo runners, siamo indurite, tenaci e per nulla frivole, mica perdiamo tempo con i trucchi noi.

Con questa convinzione ho affrontato la mia seconda mezza maratona, La Giulietta e Romeo Half Marathon di Verona.

L’anno non lo ricordo, forse il 2011. Era febbraio ma c’era un sole pazzesco e un clima direi mite per essere pieno inverno.

Io, tanto per cominciare, inesperta di tutto, era vestita come se avessi dovuto scalare l’Everest, con tanti strati che neanche un mille foglie… ma a parte questo.

Per le convinzioni di cui sopra non mi ero concessa nemmeno il filo di trucco raccomandato dalla nonna e il risultato sono state delle foto impresentabili che ho accuratamente sottratto dall’album e nascosto fino ad oggi nel mio cassetto!

Per scoprire poi, continuando a partecipare a tante e tante gare che non solo le runners si truccano e curano con estrema attenzione il proprio out fit (e meno male, che non sono fatta per troppa austerità io) ma sembra quasi che il trucco sia direttamente proporzionale al successo della prestazione!

Naturalmente scherzo. Ma la bella e brava campionessa Eliana Patelli, la donna copertina di questo articolo, sarebbe una buona testimonial di questa mia teoria.

Io ormai, un po’ anche per scaramanzia che non si sa mai, non posso più fare a meno della matita viola che indossavo in occasione del mio primo pb dignitoso sulla mezza.

Water proof mi raccomando (e naturalmente cruelty free!), se non vogliamo ritrovarci alla fine della gara con gli occhi pesti tipo Rocky.

E’ finita che a Pisa, la mattina della maratona, la scoperta di aver dimenticato tutti i trucchi a casa mi ha gettato in uno sconforto tale che nemmeno se avessi dimenticato le scarpe da running!

(leggi qui se vuoi il racconto della mia Maratona di Pisa)

Insomma amiche runners, i tacchi lasciamoli a casa, ma un filo di trucco, anche se non siamo abituate, ci salverà.

Se arriverà la crisi, perlomeno ci troverà impeccabili.

 

(in copertina: Eliana Patelli, foto di Antonio Capasso andocorri.blogspot.it)

 

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