Avere una passione è importante.
Avere qualcosa da amare, cui dedicarsi, non ti fa mai sentire solo, anche quando sei solo.
C’è chi passa tutta la vita a cercarne una e io invece ne ho ben 3: il teatro, la corsa e la cucina.
Che a me l’hanno riempita la vita. Tutta.
Sono fortunata. Anche perchè tutte le mie passioni sono riuscita a viverle a pieno.
In teatro ci lavoro, da più di 20 anni ormai.
Una passione nata da bambina quando mia nonna mi portava a vedere i burattini al Teatro Litta di Milano.
Una passione che è diventata il mio lavoro. E come ogni lavoro vive i suoi momenti di stanca e di difficoltà.
Il desiderio di essere ovunque – persino dal dentista – tranne che in ufficio il lunedì mattina non risparmia nessuno, salvo poi mettere piede sul palcoscenico e in un attimo si riaccende la magia e la passione si rinnova.
In cucina ci sono cresciuta e mi piace sperimentare.
Sono milanese di nascita e di origine: la mia mamma e le mie nonne mettevano il burro anche nella minestrina di dado!
L’olio di oliva in casa mia è entrato negli anni ’90 perchè mia madre era all’avanguardia e si cimentava persino in piatti allora esotici come il cus cus e sperimentava accostamenti arditi come frutta secca, uvette e spezie anche nelle carni e nelle insalate.
Questa passione che mia madre mi ha passato insieme a questa idea un po’ sovversiva della cucina si è evoluta insieme alle mie scelte di vita e alimentari.
Essere vegetariana prima e vegana poi si è rivelata una sfida bella e stimolante per una come me a cui piace sperimentare e pasticciare in cucina. E anche una gradita sorpresa, quando ho scoperto quante cose belle e buone potevo preparare pur rinunciando agli alimenti animali.
La corsa mi piace e basta.
Ho cominciato a correre nel 2010. Una rivelazione. Una vera e grande passione che ancora non mi abbandona, pur con gli altissimi e bassissimi fisiologici delle grandi storie d’amore.
E tra alti e bassi è finita che ho corso non so più quante mezze e già 9 maratone. Anche quella di Roma!
Negli ultimi 3 anni sono successe tante cose.
Ho aperto questo blog.
La mia dieta vegana è diventata macrobiotica e da poco ho conseguito il titolo di TERAPISTA ALIMENTARE MACROBIOTICA presso La Sana Gola di Milano.
Negli ultimi mesi del 2017 è nato il progetto #IncucinaconRunVeg.
Una serie di incontri dedicati alla cucina naturale, per imparare insieme a cucinare macro bio veg.
Il prof. Berrino nel corso di un seminario che ho frequentato ci ha detto che è un nostro dovere condividere quello che sappiamo, anche se è poco.
E io cerco di farlo ogni giorno, attraverso il blog e attraverso le mie pagine social.
Che sono in continua evoluzione, proprio come me.
Ma la mia principale occupazione rimane il teatro. Il mio “vero” lavoro.
La passione dei 20 anni, quando non ci sono vie di mezzo, o tutto o niente, quando hai bisogno che ogni cosa che fai rifletta l’immagine di te che ti sei costruito, senza compressi, senza sbavature.
A teatro tutte le sere, solo fidanzati attori o tecnici, il confine tra vita e lavoro è così sottile che quasi non esiste più.
Con gli anni ho imparato a prendere le distanze, a dedicarmi anche ad altro, a cercare altri fidanzati, a ritagliarmi una vita che non fosse solo lavoro.
Ma questo rimane un lavoro che non si fa per soldi, si fa per passione.
Ho girato l’Italia in lungo e in largo grazie al teatro, in mesi e mesi di turnè ho corso in tanti posti diversi e ho scoperto che la corsa piace molto anche agli artisti: ho conosciuto diversi runners tra gli attori.
Di certo la corsa è uno sport che ben si adatta a chi non ha casa e non ha orari per diversi mesi all’anno.
Oggi che sono ormai “diversamente giovane” svolgo un lavoro “d’ufficio” più consono alla mia età, ma la settimana scorsa ho rispolverato i miei vecchi panni di amministratrice di compagnia per seguire il debutto della nostra compagnia a Roma.
Roma.
Giorni in trasferta: 7
Percepiti: 35
Quando sei in turnè la percezione del tempo si dilata, le giornate sono infinite.
Salite, discese, il Colosseo, i Fori Imperiali, il traffico di Roma, 5 piani a piedi per tornare a casa, il Quartiere Monti, la pasticceria Vegan e Raw, il Ghetto, sole e caldo che sembrava luglio, il cielo più blu del blu, i pini marittimi, il teatro, montaggi, smontaggi, il buio della sala, le porticine segrete, lo scricchiolio delle assi di legno sul palcoscenico, le cene di notte, le passeggiate, le corse solitarie.
Ogni giorno almeno 4 km a piedi solo per il tragitto casa/teatro/casa e 10 piani di scale.
E mentre macinavo km su km, che fossero di corsa o a piedi, o accoglievo ospiti e giornalisti nei miei pantaloni eleganti, ai piedi ho sempre avuto le mie Spire 3 di 361.
Quale occasione migliore per fare una recensione?
Che poi io più che fare recensioni posso solo raccontare sensazioni.
Come potrebbe fare un qualunque altro podista amatoriale come me. I giudizi tecnici li lascio ai tecnici.
Quindi comincio con l’angolo della moda: la Spire 3 è bellissima.
Semplice, lineare e total black. Con la suola bianca, ma discreta. Io davvero l’ho indossata con disinvoltura con pantaloni neri a palazzo e top di seta.
Se andate sul sito del brand vedrete che il loro claim è proprio questo:
Le vorrai tenere ai piedi dalla mattina… alla sera!
E’ quello che ho fatto io per 7 giorni e vi assicuro che il comfort è assicurato.
Avendole utilizzate tutto il giorno per camminare (e ho davvero camminato tanto) in giornate caldissime posso senz’altro dire che vestono comode e che la tomaia è molto traspirante.
Io che pure non ho la pianta larga sento che il collare fascia bene il piede.
E pur indossandole per diverse ore non ho avvertito particolari sensazione di pesantezza, nonostante si tratti di una scarpa strutturata, di fatto pensata per fornire la massima ammortizzazione.
Ma per correre?
Ho cominciato ad utilizzare la Spire 3 già quest’estate, quando erano appena uscite.
La caratteristica principale delle Spire 3 è quella di offrire massimo supporto e ammortizzazione per qualsiasi distanza di corsa.
Per le loro caratteristiche sono scarpe ideali per passi lenti e per allenamenti lunghi.
E in questo periodo in cui sono ancora alle prese con una fastidiosa tendinite che non vuole andare via, si sono rivelate ottime compagne di allenamento, proprio per la loro estrema ammortizzazione.
Non sono le scarpe che userei per le ripetute in pista, per cui invece mi ero trovata benissimo con il modello Meraki.
Ma consiglierei le Spire 3 anche ai runner più veloci nelle loro sessioni di recupero attivo, nelle uscite lunghe o per la ripresa dopo qualche piccolo infortunio, come nel mio caso.
Per tutte le caratteristiche tecniche della Spire 3 vi rimando al sito ufficiale:
www.361europe.com
Concludo questo lungo pezzo ringraziando tutti quelli che mi hanno scritto per darmi info su Roma e in particolare Michela, che mi ha portata a mangiare dolci vegan buonissimi, dimostrando ancora una volta che dove c’è condivisione profonda il virtuale può diventare reale
E naturalmente… Grazie Roma, sempre magggica!
Io e Michela fuori da Grezzo Raw Chocolate in via Urbana a Roma, Quartieri Monti
Afghanistan è in scena anche a Milano al Teatro Elfo Puccini fino al 25 novembre
Sono Michela, ma per tutti sono La Michi.
Vegetariana della prima ora, oggi felicemente vegana, maratoneta per passione e cuoca per diletto, mi interesso da anni all’approfondimento di temi legati all’alimentazione, allo sport e al benessere.
Diplomata Guida alla terapia alimentare alla Sana Gola di Milano e presso l’Accademia Italiana Fitness in Nutrizione per lo sport, tengo corsi di cucina macrobiotica vegana e consulenze personalizzate.