Lo so, sono una pessima sport blogger.
Non riesco mai a rispettare i tempi giusti di lancio dei prodotti che testo.
Infatti non sono una sport blogger, sono una podista. E corro tanto.
Così, anche se arrivo sempre per ultima (nelle recensioni!), posso sempre dire che con le scarpe per lo meno ci ho corso un bel po’.
Tutto questo perchè vorrei parlarvi delle Reebok Floatride Run FlexWave che ho testato la prima volta in occasione del Reebok Running Summit di Reebok in settembre.
Ci siamo trovati a Monza, in una giornata di sole, con un vento forte e gelido che pensavamo avrebbe spazzato via quel caldo torrido che ancora non mollava la presa a settembre inoltrato. E invece non sapevamo che ci attendeva un autunno anomalo e caldo.
La Reebok FloatRide è stata lanciata già nel 2017, presentando l’innovativa tecnologia FloatRide.
E aveva segnato il rientro trionfale nell’universo running di Reebok, da sempre un marchio leader e inevitabilmente associato al mondo del Fitness e del Cross Fit.
Con la nuova edizione presentata per questo autunno inverno 2018/19 ritroviamo la tecnologia floatride, caratteristica di punta della collezione di Reebok per il running.
Per intenderci. Quando la NASA ha chiesto uno stivaletto estremamente leggero, idoneo alle missioni spaziali Reebok ha sviluppato la speciale mescola Floatride, più leggera del 50% delle tradizionali mescole in EVA.
Una tecnologia di ammortizzazione più leggera e reattiva, che promette di farti “galleggiare”, proprio come nello spazio.
In cosa si differenzia quindi il modello Flexwave dal precedente?
Sostanzialmente nella TOMAIA.
Una trama composta da un intreccio di filati a forma di 8, in grado di offrire traspirabilità, flessibilità e resistenza.
Come nella scarpa precedente ci troviamo con una calzatura leggerissima fatta di una maglia elastica del tutto priva di cuciture che avvolge il piede quasi come un calzino. A dare supporto una gabbia in plastica che sostiene i fianchi del mesopiede e garantisce stabilità.
Io amo le scarpe leggere e morbide, ma qui la sensazione è particolarissima. Appena calzate a me hanno dato quasi fastidio.
Sembra quasi di non avere la scarpa, mentre si percepisce molto la presenza della “gabbia”. La senti. Non è fastidiosa, ma è presente.
Questione di abitudine, perchè poi questa sensazione passa e quello che rimane è solo il comfort, la leggerezza e la reattività.
Si tratta in definitiva di scarpe molto leggere, comode, ammortizzanti e reattive, adatte a tutti, salvo particolari problemi di peso o di postura.
Non è necessario essere veloci e leggeri, ma se lo siete, vi daranno grandi soddisfazioni 😉
In questi mesi ho provato anche il nuovo Bra lanciato di Reebok, Pure Move.
Ho sempre pensato che per una donna il reggiseno fosse importante tanto quanto le scarpe per praticare sport in sicurezza e serenità.
E avevo ragione. Sembra incredibile ma una donna su cinque evita di fare attività fisica perché si sente a disagio a causa del proprio seno.
Il 50% delle donne che fa sport dichiara di soffrire di dolori al seno quando si allena e il 70% di loro indossa un reggiseno della taglia sbagliata.
Quindi è fondamentale sceglierlo bene.
Il PureMove è davvero speciale e differente da ogni altro bra abbia provato fino ad oggi, per la vestibilità e il tessuto.
Sono Michela, ma per tutti sono La Michi.
Vegetariana della prima ora, oggi felicemente vegana, maratoneta per passione e cuoca per diletto, mi interesso da anni all’approfondimento di temi legati all’alimentazione, allo sport e al benessere.
Diplomata Guida alla terapia alimentare alla Sana Gola di Milano e presso l’Accademia Italiana Fitness in Nutrizione per lo sport, tengo corsi di cucina macrobiotica vegana e consulenze personalizzate.