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In cucina con Run Veg: la cucina che cura

I 2 incontri dedicati a LA CUCINA CHE CURA erano quelli a cui tenevo di più di tutta questa serie #IncucinaconRunVeg.

L’effetto che il cibo ha su ciascuno di noi, la sua energia, lo yin, lo yang, sono argomenti che vengono trattati durante ogni incontro, ma questa volta abbiamo parlato di come ogni giorno, 3 volte al giorno, abbiamo il potere di rinforzare o indebolire la nostra salute con il cibo che scegliamo, anche se raramente ne siamo consapevoli.

E abbiamo preparato alcuni piatti “curativi”.

“Fa‘ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo“ (Ippocrate)

Avete mai provato a pensare al cibo come una medicina?

Mangiare oggi è un atto scontato che affrontiamo spesso con superficialità, con la fretta o con “la gola”.

La scelta del cibo invece, ogni giorno, può fare la differenza tra la salute o la malattia.

Esistono alimenti che ostacolano il corpo a guarirsi e alimenti che lo sostengono in questa sua capacità innata.

Alimenti che infiammano e che disinfiammano, che intossicano e disintossicano, che rinforzano e che indeboliscono, che riscaldano e che raffreddano.

Terapia Alimentare (nome ideato da Martin Halsey) vuol dire proprio questo, significa curarsi con il cibo, superare problemi di salute col cibo, affrontare malattie usando l’alimentazione come arma principale.

Questo tipo di approccio non è una diagnosi medica e non pretende di sostituire la medicina, ma ci aiuta a  comprendere gli squilibri energetici nel corpo, che possono essere migliorati con il cibo e con lo stile di vita.

La Terapia Alimentare si basa sui principi della macrobiotica.

Già Ippocrate aveva rivalutato l’importanza dell’alimentazione naturale attraverso una visione olistica dell’uomo, tipica delle filosofie orientali, dove ogni elemento è in equilibrio con gli altri e in cui il cibo è considerato fondamentale per mantenere l’armonia tra la mente e il corpo.

Fu lui a coniare il nome “macrobiotica“, che deriva dall’unione delle parole greche: “makros” e “bios”, il cui significato è letteralmente: lunga vita, o meglio ancora grande vita.

La macrobiotica non è una dieta né semplicemente uno stile alimentare, ma uno stile di vita volto a conseguire non solo la salute ma il benessere, la longevità, la serenità e la felicità del singolo individuo.

La felicità, quella cosa di cui nessuno mai si preoccupa, ma a che serve essere in buona salute se non siamo felici?

Il ruolo del cibo nella macrobiotica è fondamentale perché il cibo costruisce e modifica il corpo e interagisce anche con la mente e con spirito.

Padre della Macrobiotica è George Ohsawa, cui si deve la diffusione di questa filosofia orientale in occidente.

Nell’immaginario comune la macrobiotica è associata all’idea di un regime alimentare restrittivo rigidissimo e alquanto triste. Niente di più falso!

La macrobiotica di fatto non esclude alcun alimento!

Non è una dieta vegetariana né tantomeno vegana.

La dieta diventa restrittiva solo in presenza di patologie.

Quando sopraggiunge una malattia infatti significa che è in atto un disequilibrio.

Imparando ad armonizzarci con il cibo e con l’ambiente naturale possiamo mettere in atto l’autoguarigione che altro non significa che metterci in equilibrio con l’ambiente.

La macrobiotica è quindi una pratica che ci aiuta a diventare responsabili della nostra salute e della nostra felicità e consapevoli che siamo noi la causa delle nostre malattie.

Proprio per questo è sbagliato chiedersi: questo cibo fa bene o fa male?

La domanda corretta da farsi è: questo cibo cosa fa?

Quali effetti produce questo alimento su di me?

Il mezzo che serve per valutare l’equilibrio alimentare, e non solo, è il principio di yin e yang: yin corrisponde a tendenze espansive e yang contraenti.

La dualità tra le due energie yin e yang è il principio unico che regola tutto.

L’armonia sta nel trovare un equilibrio dinamico tra questi opposti.

Cosa significa dinamico?

Significa proprio l’opposto di quello che si è abituati a pensare circa la macrobiotica.

Vuol dire che è un errore acquisire degli schemi alimentari rigidi.

Perchè l’assenza di cambiamento favorisce la malattia perché non coltiva la nostra capacità di reazione.

L’esagerato rigore macrobiotico impedisce il dinamismo.

E perché lo stesso cibo ha un effetto diverso su di me se mi trovo a vivere nel nord italia oppure nel sud degli stati uniti. Se faccio attività fisica o non la faccio, se ho patologie e quali, se sono giovane o anziana.

Così come semplicemente non è corretto seguire la stessa alimentazione in estate e in inverno.

Non ci sono quindi cibi giusti o sbagliati in assoluto, né tantomeno cibi macrobiotici.

Classificare i cibi, ma anche gli umori, gli ambienti, le malattie, secondo il criterio di yin e yang è lo strumento che la macrobiotica ci offre per capire quali sono cibi i più adatti a noi in base ai loro effetti espansivi/rinfrescanti o contraenti/riscaldanti e sceglierli al di là delle conoscenze nutrizionali che abbiamo su di essi.

Alcuni cibi possono davvero trasformarsi in medicine: il daikon ad esempio, che abbinato alle carote e alle foglie verdi, diventa un depurativo del fegato.

Oppure il miso, gli alimenti fermentati, o le verdure dolci.

La Terapia Alimentare è estremamente efficace per affrontare e alleviare vari problemi: dai dolori e dal mal di testa alla debolezza del sistema immunitario, alle gastriti, alle allergie, fino ai problemi più gravi e può essere risolutiva in tantissimi disturbi.

Non è necessario diventare “macrobiotici”, ma è molto utile imparare ad utilizzare la macrobiotica come strumento di consapevolezza e di ricerca del proprio stile alimentare.

Il lavoro da fare è acquisire la capacità di mettersi in ascolto del proprio corpo e di trovare la ‘dieta macrobiotica’ fatta su misura per sé. Il cibo giusto al momento giusto.

PIATTI CHE CURANO

27 gennaio 2018

Zuppa di miso

Miglio con zucca e porri

Verdure pressate con umeboshi

Stufato di azuki per la forza vitale

Frutta cotta col kuzu

 

ZUPPA DI MISO

La zuppa di miso è una preziosa alleata per combattere gli effetti dell’inquinamento, dello stress e degli eccessi alimentari e ci aiuta a riequilibrare le nostre energie alla fine della giornata. Il miso viene ottenuto da fagioli di soia fermentati. E’ l’equivalente naturale, e molto più nutriente, del dado da cucina industriale comunemente utilizzato in Occidente. A livello nutrizionale è ricco di enzimi fondamentali per l’equilibrio della flora intestinale, tra cui i preziosi lattobacilli, contiene vitamine del gruppo B, sali minerali e proteine. Migliora la digestione, rinforza il tubo digerente, le difese immunitarie, aiuta a disintossicare il fegato e migliora la salute di pelle e capelli. Per preparare la zuppa di miso è importante che siano sempre presenti tre verdure: una radice allungata (per esempio la carota o il daikon), una verdura tonda (come la cipolla) e delle foglie verdi (come quelle del cavolo cinese, della catalogna, delle foglie di ravanello, di carota, di broccolo). La presenza di tre verdure dalla forma e dalla direzione di crescita differenti, rende la zuppa di miso carica di energia in movimento. L’energia della radice si muove verso il basso, quella della verdura tonda in tutte le direzioni e quella delle foglie verdi si muove verso l’alto. Dal punto di vista yin e yang è in perfetto equilibrio dinamico, donandoci forza, energia ed armonia.

Ingredienti per 2 persone circa:

1 carota

1 cipolla piccola o ½ cipolla grande

1 o 2 foglie di cavolo o broccolo

1 pezzetto di alga wakame

2 cucchiaini di miso (calcolare sempre 1 cucchiaino a testa)

Mettete in ammollo l’alga wakame e nel frattempo fate bollire 2/3 tazze di acqua.

Tagliate carote, cipolla, foglie e l’alga in striscioline sottili poi buttate nell’acqua in ebollizione e fate cuocere circa 7/8 minuti.

Buttate il tofu tagliato a dadini (molto piccoli o grande, a seconda del vostro gusrto) e fate cuocere altri 2 minuti.

Solo a fine cottura aggiungete il miso sciolto in un poco di acqua di cottura.

Il miso per mantenere intatte le sue proprietà non deve essere bollito.

Potete acquistare il miso anche on line qui. E l’alga wakame qui.

 

MIGLIO CON ZUCCA E PORRI

Il miglio è un alimento molto antico, ricco di vitamine, di fosforo e ferro, è molto sostanzioso e digeribile, adatto per l’infanzia e per la gravidanza. Ottimo come primo piatto con usi simili a quelli degli altri cereali in chicco, e ideale per polpette o burgher vegetali. Il miglio è un cereale legato all’elemento TERRA quindi lavora su milza, stomaco e pancreas. Il miglio (un cereale dolce) e le verdure dolci, aiutano a riequilibrare la glicemia e a togliere la voglia di dolce. Un piatto ideale se stiamo seguendo una dieta dimagrante.

Ingredienti per 5/6 persone:

1 porro medio grande

brodo di verdure (500 ml circa)

1 zucca a cubetti

250 gr di miglio

olio evo e sale qb

Tagliate il porro a rondelle (tutto, anche la parte verde!) e fatelo saltare in padella con un filo d’olio evo e un pizzico di sale.

Quando i porri si saranno ammorbiditi buttate la zucca tagliata a cubetti.

Togliete la buccia alla zucca perchè abbiamo bisogno che si ammorbidisca fino a poterla frullare e inoltre così la zuppa manterrà un bel colore arancione.

Dopo circa 5 minuti, buttate il miglio e lasciatelo insaporire con le verdure qualche minuto.

Infine coprite tutto con il brodo che aggiungerete a filo.

Lasciate cuocere circa 20 minuti e aggiungete eventualmente altro brodo a seconda della consistenza desiderata. Raddoppiando la quantità di brodo otterrete una zuppa che volendo potete anche frullare. La consistenza cremosa è perfetta a fine estate/autunno.

Salate e pepate a piacere.

Potete acquistare il miglio anche on line qui.

 

VERDURE PRESSATE CON UMEBOSHI (Insalatini)

Si chiamano INSALATINI e sono le verdure pressate e fermentate in salamoia. Proprio come i crauti. Le verdure fermentate fanno molto bene alla nostra salute e andrebbero mangiate ogni giorno: sono fonte di lattobacilli ed enzimi digestivi essenziali per avere sempre una flora intestinale efficiente. I lattobacilli che producono sono dei veri e propri fermenti lattici simili a quelli dello yogurt! Ideali per chi soffre di gonfiori addominali. Con la pressatura le verdure restano integre dal punto di vista nutrizionale, perchè non vengono cotte, restano  quindi crude. Però i 3 fattori tempo, pressione e sale, esercitano un effetto yanghizzante che le rende meno yin, quindi adatte anche all’inverno per un uso quotidiano. Possiamo quindi beneficiare della verdura cruda e della sua freschezza senza introdurre un’energia troppo raffreddante in un momento in cui il corpo ha bisogno di calore, come l’inverno.

Ingredienti

Verdure a piacere

Sale o in alternativa acidulato di umeboshi o limone

Si può pressare qualsiasi verdura dura, ad esempio: cavolo cappuccio, ravanelli, daikon, carote, cipolle, carciofi, finocchi. Si possono anche pressare più verdure insieme.

L’importante è affettare sottilmente la verdura. A quel punto si può utilizzare un apposito pressa verdure oppure procedere con un metodo “fai date”.

Ovvero: mettete la verdura affettata in una terrina dal diametro poco più ampio di quello di un piattino.

Aggiungete l’acidulato di umeboshi e mescolate bene.

A questo punto appoggiate sulle verdure un piattino. Deve coprire quanta più superficie possibile e deve poter scendere per schiacciare le verdure.

Sopra al piattino appoggiate un peso, ad esempio una pentola piena d’acqua o 2 pacchi di riso.

Lasciate riposare da un minimo di 30 minuti fino anche a 3 o 4 ore.

Trascorso il tempo di pressatura potete scolare le verdure. Sono buone da mangiare così, senza aggiunta di olio.

Le verdure pressate si conservano in frigorifero 2-3 giorni.

Potete acquistare l’acidulato di umeboshi anche on line qui.

 

STUFATO DI AZUKI PER LA FORZA VITALE

In generale tutti i legumi, consumati in chicco, hanno un effetto rinforzante e possiamo cucinarli insieme all’alga kombu, che si può anche non mangiare, ma è utile in cottura per rendere più digeribili i legumi e per l’aggiunta di sali minerali. Azuki e kombu sono legati all’Energia Acqua, legata sua volta al pieno inverno, ai colori scuri, al sapore salato, alla vescica e ai reni, vera e propria sede della vitalità. I reni sono le batterie del nostro corpo e soffrono principalmente per il freddo, eccesso di zuccheri e dii grassi. A causa di questa combinazione di fattori, accentuata durante le feste, e anche del troppo stress, le nostre difese spesso sono troppo basse per contrastare virus e batteri. Questo piatto al bisogno si può consumare ogni giorno a pranzo e a cena (in piccole quantità) per rinforzare il nostro organismo.

Ingredienti

1 tazza di azuki

3 tazze di acqua

2 cm di alga kombu

1 pizzico di sale

1 cipolla tritata

1 carota a cubetti

1 cucchiaino di shoyu

Mette a bagno gli azuki per almeno 6 ore. Poi cuoceteli nell’acqua di ammollo con il resto delle verdure per 50/60 minuti. La cottura sarà ultimata quando gli azuki saranno molto morbidi, non prima. Servite con 1 cucchiaino di shoyu e un pizzico di prezzemolo o rosmarino tritato.

Potete acuistare i fagioli azuki anche on line qui. E l’alga kombu qui.

 

FRUTTA COTTA COL KUZU

Grazie al kuzu abbiamo un’ottima soluzione per continuare a consumare la frutta anche in autunno/inverno. Sappiamo infatti che la frutta cruda col sopraggiungere del freddo andrebbe ridotta perché la sua energia estremamente yin raffredda il corpo e lo indebolisce esponendoci al rischio di malanni di stagione. La cottura è un modo di “yanghizzarla”, ovvero di trasformare la sua energia armonizzandola con l’ambiente esterno. Se poi oltre a cuocerla utilizziamo il kuzu l’effetto yang sarà ancora più forte. Il kuzu infatti è un amido estratto da una radice che cresce in montagna e scende molto in profondità nella terra, diventando molto yang. E’ un addensante che si può usare in cucina oltre che per i rimedi macrobiotici. E’ un antinfiammatorio naturale e contiene carboidrati e sali minerali, come calcio, fosforo e ferro. Ha inoltre un potente effetto alcalinizzante, in quanto previene l’acidosi soprattutto nel sangue e nei succhi gastrici. Il suo amido disinfiamma, lenisce e stimola la guarigione di tutto il tratto digerente. Abbinato alla frutta cotta ha la capacità di rilassare il corpo. Quindi è utile anche in caso di ansia, insonnia, stress, fame nervosa.

Ingredienti

Mele e/o pere (4/5)

Acqua q.b.

1 cucchiaio di kuzu

Tagliate a pezzi grossi la frutta (se è biologica lasciate la buccia), mettetela in una pentola, aggiungete un mestolino d’acqua (di quelli piccoli) un pizzico di sale, coprite e fate cuocere a fiamma bassa per almeno 20 minuti. Sciogliete il kuzu in mezzo bicchiere d’acqua fredda, aggiungete e cuocete ancora un paio di minuti.

Questa è la ricetta base, quella ‘curativa’.

Utilissimo mangiato a colazione, nella ricetta base, per rimettere a posto lo stomaco  se la sera prima avete bevuto un bicchiere in più o mangiato un po’ più del solito.

Ma potete aggiungere anche malto, uvette, cannella, scorzette di limone e fettine di zenzero.

Oppure frutta secca o pezzetti di cioccolato, insomma quello che preferite!

Si può preparare in quantità e conservare in frigo 2 o 3 giorni.

Potete acquistare il kuzu anche on line qui.

 

#IncucinaconRunVeg

 

 

Michela Montagner

Corsi di cucina anche a domicilio

Terapista alimentare

Personal bio shopper

Mail: info.runveg@gmail.com

Blog: www.runveg.it

Fb: Run Veg

Twitter: @run_veg

Instagram: @run_veg

 

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