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Vegano non  vuol dire sano

Vegano non vuol dire sano.

E’ una frase che dico spesso.

Ma anche integrale, di kamut, bio, eccetera non per forza vogliono dire sano.

Mi irrito quando sento dire che la scelta vegana è una scelta di moda.

Essere vegani è il risultato di un percorso molto profondo e se non viene fatto ci si condanna a una vita di rinunce e privazioni e spesso si torna sui propri passi.

Il fatto che sia ‘di moda’ non è una motivazione sufficiente.

E’ vero invece che il mercato dell’integrale, del bio e del vegan è in forte espansione perchè questi prodotti sono sì di gran moda.

Che vuol dire che li consumano un po’ tutti.

Un po’ magari perchè fa figo e un po’ perchè è in atto una presa di coscienza trasversale e forse un reale cambiamento delle abitudini dei consumatori.

I consumatori più consapevoli cercano questi cibi nella convinzione che facciano bene alla salute.

E per questo sono disposti a pagare di più e a sacrificare gusto e piacere che non sempre questi prodotti, soprattutto quelli vegani (!), riescono a soddisfare.

Non c’è bar ormai che non abbia fra le opzioni la brioches integrale e sempre più spesso anche quella vegana.

C’è il cornetto vegano (intendo il gelato!). E ogni tipo di biscotti, dolci e altri prodotti industriali (cotolette, polpette, wurstel).

Ho amiche che ai loro bambini non danno quasi mai merendine industriali (bravissime!)

Ma se capita, per premiarli, la merendina è rigorosamente integrale così come i biscotti, integrali e senza burro naturalmente.

Ma siamo sicuri che questi prodotti industriali, integrali e/o vegani e spesso anche bio siano davvero sani?

La risposta è NO. Non possiamo esserne sicuri.

Non bastano queste caratteristiche per garantirci che un prodotto sia davvero sano.

Un prodotto si definisce vegano se non utilizza alcun derivato animale. Nient’altro.

Questo non garantisce affatto che i prodotti vegani siano senza ingredienti che possano far male all’organismo, come ad esempio zucchero raffinato in eccesso, farine ricche di glutine, olio di palma o acidi grassi saturi.

Surrogati vegetali (brioches, maionese vegana, wurstel vegetali, panna vegetale, etc…), margarina idrogenata, solo per fare qualche esempio,  rientrano in un regime alimentare vegano ma  non sono salutari, anzi compromettono il beneficio di una dieta vegana bilanciata ed equilibrata se consumati abitualmente.

E su questo c’è davvero molta confusione. Diverse persone ultimamente mi hanno chiesto se la farina 00 fosse vegan!

La farina 00 è vegan naturalmente, come tutte le farine, ma non è sana!

Tornando a monte, che fare di fronte al banco delle brioches del bar?

vegano non vuol dire sano cover

La brioches del bar vegana contiene sicuramente zucchero, probabilmente raffinato, grassi saturi di dubbia qualità come margarina e oli vegetali, e quella integrale pure.

Insomma, l’unica scelta davvero salutare sarebbe non mangiare la brioches del bar!

Ma se la brioches del bar ci piace e vogliamo toglierci la voglia una tantum non moriremo di certo e la nostra salute, all’interno di uno stile di vita sano, non ne risentirà più di tanto.

Quindi, se quello che vogliamo è soddisfare il gusto, consapevoli dell’effetto che quell’alimento può avere sul nostro organismo, scegliamo la brioches che ci piace di più!

Inutile rinunciare al piacere in favore di una scelta apparentemente più sana, ma che più sana non è.

Come per la brioches, tra un biscotto tradizionale di qualsiasi tipo e un biscotto integrale non c’è quasi differenza.

Intanto la farina integrale dei prodotti industriali è spesso “ibrida“.

Cosa significa? Significa che non si tratta di grano con ancora la sua crusca. La crusca viene rimossa, perché la richiesta di farina 00 è molto superiore a quella di farina integrale, quindi spesso abbiamo farina raffinata a cui la crusca viene riaggiunta per renderla scura.

Ma soprattutto il problema di entrambi è che contengono zucchero.

Un bambino che mangia un biscotto integrale non lo apprezzerà molto perchè consistenza e sapore sono in effetti diversi e probabilmente il gusto dolce è meno marcato.

Ma anche in questo caso stiamo dando a un bambino un biscotto meno gradevole per il suo palato nell’errata convinzione che ‘faccia meno male’.

Il problema, soprattutto per i bambini, ma vale per tutti, è proprio lo zucchero (tutto lo zucchero, anche quello di canna) che non solo fa male ma crea dipendenza.

Il percorso da fare sarebbe quello di disabituarci al sapore zuccherato e imparare ad apprezzare il gusto naturalmente dolce degli alimenti.

Sostituire i biscotti tradizionali con quelli integrali meno zuccherati può essere utile in questo passaggio, per abituarsi piano piano.

Si tratta di un vero e proprio processo di disintossicazione, che possiamo fare tutti.

Fateci caso. Spesso chi si abitua a bere il caffè senza zucchero poi sostiene di non riuscire più a bere il caffè zuccherato. Il sapore lo disgusta!

Lo stesso succede anche con i dolci, ve lo assicuro.

Una volta che vi abituerete a prepararli senza zucchero (dolcificandoli con frutta secca o disidratata, succhi e malti) non potrete più tornare indietro.

Il mio compagno, da quando ho cominciato a preparare e comprare torte e biscotti vegani e senza zucchero, mi dice che quando gli capita di assaggiare un dolce industriale o anche casalingo troppo zuccherato quel sapore non gli piace più.

E’ molto difficile – ma non impossibile – trovare prodotti industriali al 100% integrali e senza zuccheri semplici.

Anche tra quelli bio e vegan o quelli che si autodefiniscono “healty”.

Perciò sarebbe sempre meglio imparare e trovare il tempo di prepararseli in casa.

Ma visto che non è sempre possibile, è importante saper scegliere.

Prima cosa: imparare a leggere bene le etichette.

Ad esempio, tutto ciò che finisce con –OSIO è zucchero, nè più nè meno. Glucosio, saccarosio, destrosio, maltosio e anche fruttosio fanno ugualmente male alla salute e soprattutto ci mantengono dipendenti dal bisogno di zucchero.

Il professor Franco Berrino dice che ogni volta che usciamo a fare la spesa dovremmo fingere di essere accompagnati dalla nostra bisnonna e escludere dal carrello tutti quei prodotti che contengono ingredienti che lei non saprebbe riconoscere.

Mangiare sano a partire dalle scelte durante la spesa significa puntare sempre sulla qualità e sui cibi più semplici e benefici, considerando la loro stagionalità e la loro provenienza.

Eliminiamo gli zuccheri, consumiamo cereali integrali, riduciamo al minimo possibile i prodotti trasformati e le proteine animali.

E facciamo un po’ di movimento, se possibile all’aria aperta.

Tutte queste cose ci garantiranno uno stile di vita e alimentare poco impattante sull’ambiente e che ci porterà incredibili  benefici in termini di salute e benessere psico fisico.

La scelta vegana di per sè non ha necessariamente a che fare con la salute e non può che essere una scelta etica e personale.

 

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