Faccio spesso riferimento alla macrobiotica e ai concetti di yin e yang nei miei post ma non ho mai spiegato di cosa tratta e mi rendo conto che in generale c’è un po’ di confusione riguardo questo argomento.
Naturalmente non è possibile esaurirlo con l’articolo di un blog ma proviamo a fare un po’ di chiarezza e a comprendere i punti fondamentali.
Padre della Macrobiotica è George Ohsawa, cui si deve la diffusione di questa filosofia orientale in occidente.
Ma già Ippocrate aveva rivalutato l’importanza dell’alimentazione naturale attraverso una visione olistica dell’uomo, tipica delle filosofie orientali, dove ogni elemento è in equilibrio con gli altri e in cui il cibo è considerato fondamentale per mantenere l’armonia tra la mente e il corpo.
“Fa‘ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo“ (Ippocrate)
Fu lui a coniare il nome “macrobiotica“, che deriva dall’unione delle parole greche: “makros” e “bios”, il cui significato è letteralmente: lunga vita, o meglio ancora grande vita.
Innanzitutto la macrobiotica non è una dieta né semplicemente uno stile alimentare, ma uno stile di vita volto a conseguire non solo la salute ma il benessere, la longevità, la serenità e la felicità del singolo individuo.
La felicità, quella cosa di cui nessuno mai si preoccupa, ma a che serve essere in buona salute se non siamo felici?
Il ruolo del cibo nella macrobiotica è fondamentale perché il cibo costruisce e modifica il corpo e interagisce anche con la mente e con spirito.
“Dato che l’espressione dell’anima in una persona dipende dalle condizioni del suo organismo, e il suo organismo dipende dal cibo, è opportuno conoscere non solo gli effetti fisici degli alimenti, ma anche quelli spirituali e psichici”(Paramhansa Yogananda)
Ma nell’immaginario comune la macrobiotica è associata all’idea di un regime alimentare restrittivo rigidissimo e alquanto triste.
Niente di più falso!
La macrobiotica di fatto non esclude alcun alimento!
Non è una dieta vegetariana né tantomeno vegana.
La macrobiotica suggerisce di variare gli ingredienti, gli stili di cottura e di usare varietà di colori, sapori e consistenze nella composizione dei pasti.
Il cibo deve essere vario, colorato e preparato con gioia.
Il fine da raggiungere è l’equilibrio, l’armonia interiore ed esteriore con l’ambiente che ci circonda.
E’ fondamentale imparare a mangiare solo quello che ci serve, in qualità ma anche in quantità.
La dieta diventa restrittiva solo in presenza di patologie.
Quando sopraggiunge una malattia infatti significa che è in atto un disequilibrio.
Imparando ad armonizzarci con il cibo e con l’ambiente naturale possiamo mettere in atto l’autoguarigione che altro non significa che metterci in equilibrio con l’ambiente.
La macrobiotica è quindi una pratica che ci aiuta a diventare responsabili della nostra salute e della nostra felicità e consapevoli che siamo noi la causa delle nostre malattie.
Proprio per questo è sbagliato chiedersi (o chiedere a me) questo cibo fa bene o fa male?
La domanda corretta da farsi è: questo cibo cosa fa?
Quali effetti produce questo alimento su di me?
La macrobiotica ci permette di valutare i nostri alimenti attraverso una visione che non è solo quella “molecolare” della scienza della nutrizione, che ci offre tutte le informazioni possibili su composizione e proprietà dei cibi, ma è un’altra cosa.
Il mezzo che serve per valutare l’equilibrio alimentare, e non solo, è il principio di yin e yang: yin corrisponde a tendenze espansive e yang contraenti.
Secondo la macrobiotica dualità tra le due energie yin e yang è il principio unico che regola tutto.
L’armonia sta nel trovare un equilibrio dinamico tra questi opposti.
Cosa significa dinamico?
Significa proprio l’opposto di quello che si è abituati a pensare circa la macrobiotica.
Vuol dire che è un errore acquisire degli schemi alimentari rigidi.
Perchè l’assenza di cambiamento favorisce la malattia perché non coltiva la nostra capacità di reazione. L’esagerato rigore macrobiotico impedisce il dinamismo.
E perché lo stesso cibo ha un effetto diverso su di me se mi trovo a vivere nel nord italia oppure nel sud degli stati uniti.
Se faccio attività fisica o non la faccio, se ho patologie e quali, se sono giovane o anziana.
Così come semplicemente non è corretto seguire la stessa alimentazione in estate e in inverno.
Non ci sono quindi cibi giusti o sbagliati in assoluto, né tantomeno cibi macrobiotici.
Il lavoro da fare è acquisire la capacità di mettersi in ascolto del proprio corpo e di trovare la ‘dieta macrobiotica’ fatta su misura per sé. Il cibo giusto al momento giusto.
Come quando vi dico di non seguire alla lettera la mia ricetta ma di trovare quella che fa per voi, secondo il vostro gusto e i vostri bisogni.
Ricordandosi che la ripetizione distrugge il sistema di reazione. Quindi impariamo a variare.
E anche creare qualche difficoltà all’organismo può essere utile.
La salute è anche la capacità di reagire alle aggressioni dell’ambiente. Come ad esempio i pesticidi chimici usati in agricoltura. Che non vuol dire che non dobbiamo fare attenzione alla provenienza dei cibi o che non dobbiamo preferire i cibi biologici. Vuol dire che non dobbiamo disperarci se ci capita per una volta di mangiare una mela di quelle belle lucide del supermercato. Avremo insegnato al nostro corpo a reagire a un’aggressione rendendolo più forte.
Fondamentale è sempre la quantità della ripetizione.
Classificare i cibi, ma anche gli umori, gli ambienti, le malattie, secondo il criterio di yin e yang è lo strumento che la macrobiotica ci offre per capire quali sono cibi i più adatti a noi in base ai loro effetti espansivi/rinfrescanti o contraenti/riscaldanti e sceglierli al di là delle conoscenze nutrizionali che abbiamo su di essi.
Non è semplice per la nostra mentalità occidentale afferrare a pieno questo concetto tipicamente orientale.
Quello che la nostra mentalità ci porta a fare è una classificazione rigida, tirare una riga e fare 2 belle colonne, una con i cibi yin e una con i cibi yang. Ma non è così semplice.
Quello tra yin e yang abbiamo detto è un dialogo dinamico. Non esistono cibi yin e yang in senso assoluto.
Io ci ho impiegato più di un anno per piegare la mia mente a comprendere questo principio.
E tanto studio.
Vi suggerisco, se volete approfondire questo argomento, queste 2 ottime letture:
Il nuovo libro della macrobiotica di Michio Kushi
Il cibo dell’uomo di Franco Berrino
E per qualche indicazione per cominciare a mangiare in modo più sano e consapevole vi rimando a questo altro mio articolo:
MANGIARE IN MODO PIU’ SANO E CONSAPEVOLE. COME COMINCIARE
Se volete info sui miei incontri di cucina naturale, macrobioveg:
IN CUCINA CON RUN VEG: IMPARIAMO A CUCINARE MACROBIOVEG
Sono Michela, ma per tutti sono La Michi.
Vegetariana della prima ora, oggi felicemente vegana, maratoneta per passione e cuoca per diletto, mi interesso da anni all’approfondimento di temi legati all’alimentazione, allo sport e al benessere.
Diplomata Guida alla terapia alimentare alla Sana Gola di Milano e presso l’Accademia Italiana Fitness in Nutrizione per lo sport, tengo corsi di cucina macrobiotica vegana e consulenze personalizzate.