Si intitola “Iceland Alone” la seconda avventura sportiva di Andrea “Budu” Toniolo, 28enne di Galliera Veneta (PD) noto alle cronache come il “Forrest Gump Veneto”.
Vi ricordate di Budu, vero?
Il veg runner che il 19 aprile 2015 parte da Galliera Veneta e in completa autonomia, in soli 4 mesi, raggiunge Caponord.
4.300 km in 84 giorni, con una media di 50 km al giorno attraverso 6 nazioni, accompagnato da AnnaJenny, il suo carretto con l’occorrente per sopravvivere.
Il materiale raccolto dallo stesso Budu lungo il percorso, fotografie e video, è finito in un documentario intitolato “The Runner Doc – Dal Veneto a Caponord” diretto da Alberto Scapin. Da quella prima avventura è nato anche un libro scritto dallo stesso Budu ed intitolato “Il limite che non c’è” per la casa editrice “Alpine Studio” di Lecco.
Andrea “Budu” Toniolo segue una rigorosa dieta vegetale, per scelta etica e per un migliore funzionamento dell’apparato digestivo.
A questo link trovate l’intervista che gli fatto due anni fa in cui parla di sè, racconta la sua storia e spiega in modo approfondito le ragioni della sua scelta.
Oggi, ad un anno di distanza da un brutto incidente stradale per il quale ha rischiato la paralisi e che lo ha costretto a letto per mesi, Budu ha deciso di rilanciare con una nuova avventura.
Partirà tra pochi giorni per compiere il giro dell’Islanda di corsa e in solitaria. Un tragitto complessivo di oltre 1.300 km lungo la “Ring Road”, il tracciato asfaltato che fa il giro dell’isola.
40 giorni di corsa, dormendo in tenda. L’avventura partirà il 25 febbraio e si concluderà a fine marzo.
Il senso del percorso sarà antiorario, con un ritmo previsto di 35 km/giorno su un terreno totalmente asfaltato.
“Mi aspettano temperature comprese tra i meno 5 e i meno 35 gradi, costantemente sotto lo zero – spiega Budu – venti freddi fino a 120 km orari. Aree completamente deserte per centinaia di chilometri da affrontare in totale solitudine”.
Anche questa volta Budu sarà accompagnato in questo viaggio solamente dalla sua “AnnaJenny2” (dai nomi della sua fidanzata e della fidanzata di Forrest Gump).
Un carretto trascinato tramite un’imbragatura attaccata direttamente al suo torace.
Dentro il carretto ci sarà tutto il necessario per essere totalmente autosufficiente nel viaggio. Una tenda, un sacco a pelo, un fornello per scaldare il cibo e le relative provviste, abbigliamento sportivo e calzature.
“Ho scelto l’Islanda perché voglio reinventarmi come sportivo e come avventuriero in ambiente artico – spiega Budu – la sfida non sarà tanto di resistenza fisica, quanto di resistenza mentale. Dovrò confrontarmi con un ambiente particolarmente ostile dal punto di vista climatico e con la privazione dei bisogni di base…”.
IL PROGRAMMA DI VIAGGIO
Il percorso di viaggio si snoda lungo la Ring Road, Strada n.1, unica strada aperta al traffico durante il periodo invernale. Gli islandesi la chiamano Hringvegur. Asfaltata per la quasi totalità del percorso, solamente un breve tratto nella zona sud est rimane tuttora sterrato. La strada fu completata nel 1974 e rimane la principale via di mobilità interna dell’Islanda. Il percorso circolare complessivamente arriva a superare i 1.300 km e sarà intrapreso in senso antiorario. La tabella di marcia prevede una media di 35 km al giorno di percorso (totale 40 giorni circa di spedizione suddivisi in 4 segmenti).
SEGMENTO 1: DA REYKJAVIK A VIK, IL CIRCOLO D’ORO (180 km in 5-6 giorni)
Questo primo tratto rappresenta la parte più facile del viaggio. Se tratta della zona sud ovest, dove sono concentrati la maggior parte degli insediamenti civili e delle strutture turistiche. Gli islandesi lo chiamano “Cerchio d’Oro” (Gullni hringurinn) dal nome di un percorso turistico che lo attraversa ed include la visita a parchi, geyser e cascate, oltre all’area termale Haukandalur. Il tragitto è facile e con l’arrivo alla città di Vik si concluderà la fase di “riscaldamento” dell’impresa.
SEGMENTO 2: LA COSTA SUD E IL GHIACCIAIO VATNAJOKUL (520 km in 14-15 giorni)
Questo secondo segmento si snoda da Vik a Egilsstaðir, nella parte sud est dell’isola. Rappresenta la parte più difficile del tragitto dal punto di vista dell’impegno mentale. Si tratta della zona meno popolata dell’isola, con pochissimi centri abitati. Qui i tratti in totale solitaria, senza incontrare persone, auto, case, saranno lunghi centinaia di chilometri. Oltre alla solitudine, si dovrà fare i conti anche con la difficoltà negli approvvigionamenti di cibo e materiali di prima necessità.
SEGMENTO 3: IL VERSANTE NORD, I VENTI ARTICI E LE BALENE (300 km in 9-10 giorni)
Il terzo segmento va dalla citta di Egilsstaðir a Akureyri, nel nord dell’Isola, il più difficile dal punto di vista climatico. I venti freddi in discesa dal nord soffiano fino a 120 km orari portando le temperature ad arrivare a -35 gradi. Rispetto al segmento precedente però la presenza di insediamenti civili è maggiore. Nei tratti costieri sarà possibile l’avvistamento delle balene.
SEGMENTO 4: IL SALI SCENDI E IL RIENTRO NELLA CAPITALE (380 km in 10-11 giorni)
Da Akureyri a Reykjavík. Questo ultimo tratto vede un significativo innalzamento delle temperature rispetto a quanto registrato nel freddo versante nord, ma un aumento della difficoltà del percorso. La Ring Road infatti attraversa alcune zone collinari, con dislivelli di media entità. Maggiori difficoltà sul piano fisico dunque nell’affrontare i sali scendi presenti nel percorso su cui non mancano insediamenti abitativi. L’arrivo a Reykjavík è previsto a fine marzo.
In questa seconda avventura Budu ha deciso di avvalersi di un team di professionisti che dall’Italia seguiranno l’avventura, curando l’aspetto della comunicazione attraverso web e social.
Tutto il materiale fotografico e video realizzato da Budu durante il percorso, al suo ritorno in Italia, sarà rielaborato e finirà in un documentario, diretto da Alberto Scapin, già coregista del documentario relativo alla prima avventura del 2015 a CapoNord.
In bocca al lupo Budu! Sei tutti noi!
Sono Michela, ma per tutti sono La Michi.
Vegetariana della prima ora, oggi felicemente vegana, maratoneta per passione e cuoca per diletto, mi interesso da anni all’approfondimento di temi legati all’alimentazione, allo sport e al benessere.
Diplomata Guida alla terapia alimentare alla Sana Gola di Milano e presso l’Accademia Italiana Fitness in Nutrizione per lo sport, tengo corsi di cucina macrobiotica vegana e consulenze personalizzate.